Buongiorno cari lettori!
Dopo le feste di Pasqua, passate in un modo davvero singolare per tutti, torno con una piccola recensione di un romanzo che ho letteralmente divorato in pochissime ore: La morte di Penelope, scritto da Maria Grazia Ciani ed edito Marsilio Editori.
Nessuno immagina che io in venti anni sia cambiata. Che questa malinconia, questa inquietudine, non sono per Lui. Non sono più per Lui.
Un tempo c’erano Ulisse e le sue imprese. Gesta mitiche ed eroiche narrate da ogni parte del mondo. Narrate nei secoli nella celebre Odissea, che tutti conosciamo molto bene.
Ma che dire di Penelope? Regina di Itaca, non bellissima come la cugina Elena, ma saggia. Estremamente saggia e astuta, proprio come il suo sposo.
Penelope, colei che attende nell’ ombra il ritorno dell’amato tessendo ogni giorno una tela infinita e respingendo schiere di pretendenti al Regno. Pietrificata e prigioniera nel suo ruolo. Sola.
La morte di Penelope ci regala una Penelope segreta. Una Regina che dopo vent’ anni trascorsi nell’ attesa, volge il suo sguardo non più a quell’ orizzonte lontano in cerca di Ulisse, ma verso un altro volto, una presenza silenziosa intorno a lei. Antinoo, il più valoroso tra i suoi pretendenti.
E il loro è un amore fatto di sguardi furtivi, di sentimenti coltivati in segreto.
Ulisse è morto nel mio cuore e un altro uomo occupa i miei pensieri.
Finalmente Penelope ha fatto una scelta, la sua scelta. Ama ed è riamata. Può cominciare a tessere la tela della propria vita. O meglio: avrebbe potuto.
Un profondo cambiamento interiore e la volontà di scegliere per se stessa la condurranno verso la tragedia.
Maria Grazia Ciani – grande studiosa e cultrice della tradizione classica – ha costruito un romanzo che è d’amore, d’attesa, di timori, di morte in poco più di 90 pagine.